Il 24 maggio 1877 il conte Alvise Da Schio sindaco del Comune di Longare fece stampare un manifesto “Diretto a chi avesse intenzione di emigrare per l’America”.
Il Sindaco, con un linguaggio diretto e schietto, venuto a conoscenza che ci sono diversi “intenzionati di emigrare per l’America” fa presente ai suoi concittadini che il passaporto può essere rilasciato a chi si dimostra in grado di sostenere le spese di viaggio, a chi essendo in possesso di congedo illimitato possa provare di avere in quelle terre dei parenti, e a chi, “essendo soggetti alla Leva il Sindaco avesse la morale certezza che in caso di chiamata si disponessero a tosto rimpatriare”.
Oltre a questo il Sindaco “si sente in dovere di far conoscere a chi avrebbe intenzione di emigrare per l’America che invece della fortuna in questo caso andrebbe incontro alla sua totale rovina”.
E ancora: “La maggior parte degli emigranti non sanno neppure ove sia l’America e perciò chi scrive si fa sollecito ad indicargliela. Essa è lontana circa due mesi da qui e per arrivarvi bisogna attraversare l’Oceano … è quasi impossibile che non muoja per viaggio qualcheduno… E tutto questo perché? Per andar lavorar la terra in paesi sconosciuti, senza conoscere la lingua e sotto a 40 gradi di calore”
“Il vostro Sindaco vi avverte che quando arriverete in America sarete trattati come schiavi, non avrete più i mezzi per ritornare né troverete alcuno che vi presti un soldo per rimpatriare colla vostra famiglia”.
E così concludeva l’appello-manifesto:
“Ora fate quello che vi pare e piace: il Sindaco ha voluto soltanto dimostrarvi come stanno le cose onde quando vi troverete la nella più squallida miseria non possiate dire: IL SINDACO DOVEVA FARCI AVVERTITI.” (il maiuscolo neretto è nel manifesto originale).
Dopo l’annessione del Veneto all’Italia avvenuta il 21-22 ottobre 1866 attraverso un plebiscito-truffa, la nostra Terra venne a trovarsi in una situazione di fame, miseria e disperazione come mai nella nostra storia: ai veneti non restò che emigrare, paesi interi partirono in cerca di fortuna verso la Merica, abbindolati da truffatori che reclutavano la nostra gente promettendo loro di portarli nel paese della cuccagna, dove si potevano fare anche due-tre raccolti all’anno.
La realtà era invece drammaticamente diversa: furono chiamati a sostituire gli schiavi (proprio in quegli anni c’era stata nel Brasile una legge che aboliva la schiavitù) e quando arrivarono trovarono una situazione ancora più tragica di quella che avevano lasciato e solo dopo sacrifici inenarrabili riuscirono a costruire condizioni minime di esistenza.
Una situazione che, per certi versi, si ripropone oggi nell’Africa, attraversata da criminali senza scrupoli che promettono mare e monti, sapendo bene che nella vecchia Europa non c’è e non ci può essere spazio per tutti, spingendo tanta gente che ha fatto sacrifici inenarrabili a viaggi della speranza che quando va bene si concludono con misere esistenze.
E allora perché a fianco di serie campagne di cooperazione, non incominciare a coinvolgere le autorità civili, religiose, sociali, economiche, militari dei paesi africani in una seria campagna di informazione ? L’Europa NON è quella ammiccante della pubblicità televisiva, purtroppo, l’Europa può diventare un incubo come quello che stanno vivendo tanti sfruttati o i baraccati di Ventimiglia o di Calais e questo le autorità africane dovrebbero spiegarlo alla loro gente, in modo che non possano dire: IL SINDACO DOVEVA FARCI AVVERTITI.
Ettore Beggiato, Presidente onorario Associazione Veneti nel mondo