Nella splendida Basilica Palladiana magnificamente restaurata e riconsegnata alla città di Vicenza, la straordinaria mostra “Raffaello verso Picasso” pensata e realizzata da Marco Goldin rappresenta l’evento che Vicenza aspettava da qualche decennio.

Goethe scriveva “Non è possibile descrivere l’impressione che fa la Basilica del Palladio” e la mostra di “Storie di sguardi, volti e figure” la rende ancor più preziosa e unica.

Ci sono decine e decine di capolavori che fortunatamente abbiamo la possibilità di ammirare e fra questi, mi permetto di segnalare, un’opera che ben difficilmente riscuoterà l’attenzione della stragrande maggioranza dei visitatori, giustamente attratti dai Bellini, da Rembrandt, da Van Gogh o dalla splendida “Danza a Bougival” di Renoir; si tratta di “Madonna con il Bambino” tempera su tavola di Carlo Crivelli datata 1470.

Non ho la competenza per decantare la maestria dell’autore, preferisco soffermarmi sulla firma dell’autore: “Opus Karoli Crivelli Veneti”.

crivelliCarlo Crivelli è uno dei tanti artisti veneti più apprezzati all’estero che non in patria ; io l’ho “scoperto” qualche anno fa alla “National Gallery” di Londra, uno dei più prestigiosi musei del mondo, dove due sale solo quasi completamente dedicate a “Carlo Crivelli Veneto” come si firmava quasi sempre.

Ma chi è ‘sto Carlo Crivelli Veneto ?
Nel bellissimo volume di Pietro Zampetti “Carlo Crivelli” Nardini Editore, leggo che è nato nel 1430-35 a Venezia, parrocchia di San Moisè, che viene condannato a sei mesi di carcere per concubinato e che da allora (1457) si allontana in maniera definitiva da Venezia. Lo ritroviamo poi a Zara e da qui si sposta definitivamente nelle Marche dove attorno al 1495 muore ad Ascoli.
Le sue opere sono nei maggiori musei del mondo, da Washington a Boston, da Cracovia a Budapest ad Amsterdam; “influenzato in gioventù da Donatello, la sua arte restò sempre in bilico da un lato con le novità prospettiche, l’intenso espressionismo e il disegno incisivo e nervoso, dall’altro con un sontuoso decorativismo di matrice tardogotica, fatto di marmi screziati, tessuti preziosi, frutti e animali, arabeschi dorati e spesso applicazioni in pastiglia”, come scrive Stefano Zuffi.
Su tantissime opere, sulle sue Madonne, sui Santi, sui Polittici la firma Karoli (o Caroli) Crivelli Veneti , una affermazione di appartenenza a quella Patria perduta che non avrebbe mai più rivista; siamo nel 1400 e il senso di identità è già così forte da esternarlo nella firma dei suoi capolavori…
firmaCrivelli
Seicento anni più tardi c’è ancora chi mette in discussione l’identità veneta, il senso di appartenenza a una Terra e a un Popolo che contraddistingue la stragrande maggioranza dei veneti, l’orgoglio che portava Carlo Crivelli a firmarsi “veneto” e che continua ad essere presente nel cuore e nella mente di tante venete e di tanti veneti.