Discorso del Console Rozzi Marin per la Cerimonia di commemorazione di Arturo Dell’Oro. Belluno, 21 settembre 2017
Con queste poche parole voglio ricordare il mio compatriota Arturo Dell’Oro.
Abbiamo necessità degli eroi? Sì certo, perché gran parte della formazione della gioventù avviene attraverso modelli che si ammirano. L’ammirazione è la chiave dell’educazione. Il ragazzo ammira sin da bambino i propri genitori e se essi falliscono si produce un senso di smarrimento. A scuola il ragazzo può ammirare i professori ed anche nel mondo del lavoro si possono incontrare persone ammirevoli…
Pensato così, il concetto di eroe va oltre alla connotazione militare, come avveniva nei primi anni dell’umanità quando gli eroi erano sempre persone vittoriose. Ma a volte dalla sconfitta si possono imparare lezioni molto più importanti che da una vittoria mal realizzata. La sconfitta contribuisce a fortificare il temperamento. Quando tutto va bene e si procede in un accompagnato dagli applausi, si può cadere in una forma di autocompiacimento che con il tempo può trasformarsi in qualcosa di disastroso. Si ha la tentazione di “dormire sugli allori”.
La sconfitta invece esige una ricapitolazione per analizzare i motivi della caduta e per ripartire si ha bisogno di un potenziamento del proprio temperamento. Così come si tempra il metallo, questi colpi, le sconfitte, aiutano a temprare lo spirito degli uomini. Ci sono poi eroi che operano silenziosamente, persone ammirevoli che vivono senza far rumore e che attorno non hanno nessuna aureola.
Oggi abbiamo una visione sbagliata. Cerchiamo eroi spettacolari che al massimo sono come dei lampi luminosi che si accendono come fuochi d’artificio e che poi spariscono, rimanendo oscuri.
Ricordiamoci che la parola con la quale si designa il passaggio tra la vita e la morte è “agonia”, che deriva dal greco “agon” e che esemplifica il momento della lotta, del confronto. Gli eroi si confrontavano con altri simili e si misuravano con “agon” per dimostrare la propria tempra.
Senza eroi o persone ammirevoli la formazione dei giovani va alla deriva perché ogni giovane cerca un suo modello. Se questo non è proposto dalla scuola, dalla chiesa o dalla famiglia, il giovane cerca i propri modelli altrove; questo è naturale e così vengono a crearsi gli eroi transitori, di moda.
Per avere donne e uomini veri è necessario che i giovani durante gli anni di formazione possano misurarsi e confrontarsi con gli uomini che, nel corso dei millenni, hanno reso possibile un nostro sguardo chiaro al futuro. Ricordiamo perciò quella frase del Medioevo che affermava: “Se oggi possiamo vedere così lontano, è perché non siamo altro che nani sulle spalle dei giganti”. E Arturo Dell’Oro è stato ed è un modello da seguire, un grande eroe, uno di quei giganti sui quali appoggiarci per poter vedere lontano e volare alto.”
Da sinistra: il Presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar de Bona, il Sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, il Presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Luca Barbini, il Console Generale del Cile, Pedro Gonzalez, il Console Onorario del Cile in Vicenza e Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo, Aldo Rozzi Marin.