Nell’antichità di chiamava “Lacus Venetus”, ai nostri giorni si chiama Lago di Costanza o Bodensee in tedesco, un lago decisamente importante che bagna tre stati (Germania, Svizzera e Austria), il grande fiume Reno ne è il principale immissario e l’unico emissario; il lago è caratterizzato da tante belle cittadine, da Lindau a Costanza, da Meersburg a Uberlingen all’isola di Mainau.
Il nome “Lacus Veneuts” risale a circa duemila anni fa, viene citato da Pomponio Mela, prestigioso geografo d’origine iberica vissuto nei primi decenni dopo Cristo, autore della opera geografica latina più antica, la “De chorografhia” ; sull’origine del nome ci sono diverse teorie, chi lo attribuisce a delle tribù venete che avrebbero vissuto nei dintorni (riferimenti a tribù venete ci sono in svariate parti dell’Europa e dell’Asia, dai Veneti della Bretagna massacrati da Giulio Cesare ai Veneti della Polonia (Tolomeo chiamava il mar Baltico Sinus Venedicus) , dai Eneti citati anche da Omero a svariate altre testimonianze.
Altri attribuiscono la genesi del toponimo “Venetus” all’incredibile colore azzurro-turchese delle acque del lago e poiché nell’antichità azzurro era quasi un sinonimo di veneto ne deriverebbe il nome del lago; non so se sia un caso, però, ancor ai giorni nostri c’è un sentiero europeo, E 5, che collega il Lago di Costanza (Lacus Venetus) alla Terra dei Veneti … ripeto, casualità o qualcosa di ancestrale ?
Ma nel Lacus Venetus c’è anche un luogo di grande spiritualità, l’isola di Reichenau, riconosciuta come patrimonio mondiale della cultura dall’Unesco e definita “culla della civiltà occidentale” in un volumetto che ho preso sul posto; nell’isola, già nel 724 il vescovo Pirmin fondò con 40 confratelli un monastero benedettino; da allora l’isola divenne un centro di grandissima importanza e ancor oggi ci sono tre centri di grande interesse storico e artistico: la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, la Chiesa di San Giorgio e la Chiesa abbaziale dei Santi Maria e Marco; e proprio in quest’ultima ho “scoperto” con mio grande stupore, un prezioso scrigno con le reliquie di San Marco Evangelista.
Nel volume di Timo John “L’isola del monastero di Reichenau sul Lago di Costanza” leggo che le reliquie di San Marco furono portate dal vescovo Ratolt da Verona nell’830 sotto lo pseudonimo delle reliquie di S. Valente; l’autenticità delle spoglie sacre fu confermata dopo quasi un secolo dal vescovo Notino di Costanza (919-934); ogni anno il 25 aprile, giorno di San Marco, le reliquie dell’Evangelista vengono portate in processione attraverso l’isola e si festeggia San Marco … proprio come nella Terra di San Marco.
Ettore Beggiato