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Comunicato stampa 16/11/2024
Venerdì 15 novembre 2024 la delegazione istituzionale veneta guidata dall’Assessore regionale alla Cultura della Regione del Veneto Cristiano Corazzari, a cui prende parte l’Associazione Veneti nel Mondo aps grazie al progetto Cuore Veneto, ha fatto tappa in tre paesi del Rio Grande do Sul.
La giornata è iniziata presso Vila Historica Evangelista, quartiere storico di Casca, un borgo ricco di edifici storici ben conservati, dove il tempo sembra essersi fermato. Evangelista vanta alcune dimore secolari in una comunità rurale caratterizzata dalla semplicità e dall’ospitalità della sua gente. La maggior parte delle case sono realizzate in legno, come era usanza degli immigrati veneti e italiani. A Casca l’incontro con la comunità veneta e con le autorità locali ha visto protagonista il film in lingua veneta Brava Zente, Storie della terra veneta dell’autore e regista vicentino Giancarlo Cappellaro. Ad accogliere i membri della missione era presente, oltre alle autorità e ad una sala gremita di discendenti veneti, la giovane rappresentante del Comitato delle Associazioni Venete del Rio Grande do Sul (COMVERS) Aline Nizzola Berton, organizzatrice dell’evento.
A seguire la delegazione si è spostata a Guaporé dove è stata accolta dal Vice Sindaco Leonardo Baldissera, da Ivaldino Lodi Rissini e José Petrella, rispettivamente Presidente Onorario e Presidente dell’Associazione dei Discendenti degli Immigrati dalle Terre di San Marco (ADISM), dal Sindaco di Vista Alegre do Prata Roberto Donim, e da numerosi rappresentanti dei settori culturali e imprenditoriali locali. Il Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo ha sottolineato che essendo “Guaporé la capitale della produzione di gioielli e prodotti tessili, l’Associazione Veneti nel Mondo conferma la propria disponibilità a valutare iniziative specifiche grazie a missioni imprenditoriali e formative in Veneto co-organizzate con le realtà locali”. Anche la città di Guaporé è stata fondata da parte di immigranti veneti e italiani, oltre che tedeschi. Al loro arrivo, e per tutto il 19° secolo, gli immigrati erano privi di qualsiasi cosa di valore e dovettero fare affidamento sulla loro forte volontà per costruire una nuova vita su una nuova terra. A distanza di oltre un secolo il ricordo di queste origini si sente ancora nella fede religiosa, con la parrocchia dedicata a Sant’Antonio, e nella disponibilità al lavoro della comunità.
Verso sera è stato il momento di conoscere la realtà veneta di Serafina Correa, città colonizzata da immigrati veneti venuti in Brasile alla fine dell’Ottocento. Il comune di Serafina Correa è il primo ad avere riconosciuto la lingua veneta nella sua variante Talian come lingua coufficiale affianco del portoghese. A Serafina Correa sono presenti le riproduzioni di alcuni monumenti veneti come ad esempio Villa La Rotonda, Castello Inferiore di Marostica e Casa di Giulietta. Al centro del paese è presente il monumento “La nave degli immigranti” e il Marco Inaugural, il leone alato di San Marco, simbolo di Venezia. A Serafina la delegazione è stata accolta dalle autorità locali e da Paulo Massolini, Presidente della Federazione degli Italo Brasiliani. Al filò veneto serale erano inoltre presenti una ventina di Sindaci dei paesi limitrofi, intervenuti per rendere omaggio alla missione veneta in terra riograndense.
Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps
Comunicato stampa 15/11/2024
La missione nel Rio Grande do Sul della delegazione veneta guidata dall’Assessore ai Veneti nel Mondo Cristiano Corazzari è continuata giovedì 14 novembre 2024 con la visita a Vila Flores, un paese la cui popolazione è tutt’oggi essenzialmente composta da discendenti di immigrati veneti e italiani, con un’economia incentrata sull’agricoltura e sull’allevamento, sulla ceramica, sulla produzione di mattoni e sulla lavorazione dei metalli. La storia di Villa Flores, un tempo Pinheiro Seco, è strettamente legata al Veneto. Nel 1884 venne infatti costruita la Chiesa di Sant’Antonio da Padova e alcune case, ad uso dei mandriani, in quanto posta nel mezzo tra le città di Alfredo Chaves (oggi Veranópolis) e Capoeiras (oggi Nova Prata). Nel 1920 fu ribattezzata Vila Flores, in onore della famiglia Fiori, una delle prime famiglie a stabilirsi lì. La delegazione è stata accolta dal Sindaco Evandro Antonio Brandalise, dall’Associazione Veneta di Vila Flores e dai canti tradizionali dal gruppo del filò veneto. Oltre all’incontro istituzionale, tante sono state le occasioni per conoscere e scoprire la realtà veneta locale, come ad esempio la storica Casa Fiori, con il suo piccolo museo, e al laboratorio artigianale di produzione della ceramica Arte Ceccato. L’incontro si è concluso con il rinnovo della firma del gemellaggio tra Associazione Veneti nel Mondo e Associazione Veneta di Vila Flores.
Seconda tappa della giornata la visita a Nova Bassano, “la città degli struffoli”, fondata da immigranti veneti, i primi dei quali giunsero attorno al 1890. Tra loro si trovava un padre scalabriniano, Pietro Antonio Colbachini, considerato assieme ai suoi compagni il fondatore della città. Il primo nome della città fu semplicemente “Bassano” in onore dell’odierna Bassano del Grappa (allora Bassano Veneto), da cui proveniva la maggioranza dei migranti, e città con cui il comune riograndense è gemellato. La comitiva è stata accolta dalle autorità comunali, dal Sindaco Ivaldo Dalla Costa, e dal conterraneo Luis Molossi, Vice Presidente della Consulta dei Veneti nel Mondo. Successivamente è stata visitata anche la sede dell’Associazione Veneta di Nova Bassano “con la quale – afferma Aldo Rozzi Marin, Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo – valutate le iniziative comuni e gli obiettivi di valorizzazione della cultura veneta, sarà a breve firmato un gemellaggio per la realizzazione congiunta di attività formative”.
La giornata si è conclusa con l’incontro conviviale con Naura Bordignon, Consultrice del Comitato Veneto del Rio Grande do Sul (COMVERS) e Sindaco eletto di Marau, città situata nel nord dello Stato del Rio Grande do Sul. Colonizzata da immigrati veneti, lombardi e trentini nel 1904, fu trasformata in comune il 28 febbraio 1955 grazie al duro lavoro dei coloni italiani stanziatisi nel territorio. Con una popolazione di oltre 36.000 abitanti, mantiene oggi ancora vive le tradizioni e il legame con le radici venete e italiane. Ne sono un esempio la Festa Italiana, giunta alla trentatreesima edizione, il Coro Italiano e i Gruppi Folkloristici. La città è gemellata con Isola Vicentina (VI).
Comunicato stampa del 15/11/2024
Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps
Comunicato stampa del 14/11/2024
Si è tenuta ieri la seconda giornata del progetto “cuore veneto” nel Rio Grande do Sul che vede la partecipazione di una delegazione della Regione del Veneto guidata da Cristiano Corazzari.
La delegazione veneta è stata accolta ad Ana Rech, frazione di Caxias do Sul, con una grande festa al suono di Merica Merica e con l’immancabile “poenta col tocio”. L’incontro con le autorità locali si è tenuto presso la strada coperta del paese dove è presente una grande opera dedicata all’epopea dell’emigrazione veneta: la partenza, l’arrivo, le donne, la religione e i lavori tradizionali. Diversi cori veneti, gli studenti del Collegio Murialdo, alcuni gruppi di danze tradizionali e gli speaker di Radio Caxias, radio storica con quasi 80 anni di programmazione on air, erano presenti all’incontro.
A seguire l’Associazione Veneti nel Mondo ha visitato assieme al Coro folcloristico Girotondo il nuovo parco tematico storico/culturale dell’emigrazione Villa dei Troni ad Ana Rech (Caxias do Sul) ideato dall’imprenditore Edson Tomiello. Il progetto si propone di ricreare un intero paese dei nostri emigrati veneti. Entrando a Villa dei Troni si viaggia nel passato, nel 1876 per la precisione, alla scoperta di una intera città veneta nella serra gaucha. Villa dei Troni sarà un’attrazione turistica, storica e culturale, che ripercorre la vita degli immigrati e dei pastori veneti attraverso la sua architettura, le sue varie attrazioni e una vasta e unica collezione culturale.
Immancabile per concludere la visita a Caxias do Sul, il comune più popoloso della serra gaucha, l’incontro presso i padiglioni della Festa dell’Uva, che dal 1931 viene organizzata con cadenza biennale ed è considerata la festa dell’uva e del vino più importante dell’America Latina.
Successivamente, nel pomeriggio, la delegazione veneta ha fatto visita al primo “Comune Onorario del Veneto (Legge Regionale 12 settembre 2017 n. 30) per la cerimonia di consegna delle pergamene e dello scoprimento delle targhe. L’elegante cerimonia si è tenuta presso il Municipio di Bento Goncalves, così denominata in omaggio all’eroe della rivoluzione farroupilha, Bento Gonçalves da Silva. A Bento, ha ricordato il Sindaco Diogo Segabinazzi Siqueira, i coloni trovarono un clima favorevole, soprattutto alla coltivazione della vite, attività che ottenne un ulteriore sviluppo quando la regione fu collegata alla rete nazionale ferroviaria all’inizio del XX secolo. Nel 1967 l’area ebbe un ulteriore impulso con la nascita del fenavinho, che diede a Bento Gonçalves notorietà a livello nazionale e internazionale e la trasformò nella “capitale brasiliana del vino”.
Bento Goncalves è il primo comune onorario veneto in Brasile grazie al lavoro delle associazioni venete locali e dello storico Cesare Prezzi, che tanto ha fatto e continua a fare per la valorizzazione della cultura veneta locale.
La giornata si è conclusa con il lancio della terza edizione del libro San Marco, il leone e l’evangelista del Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo Aldo Rozzi Marin. Un’edizione speciale con una parte dedicata ai leoni di San Marco e un testo in lingua veneta, per avvicinare le nostre comunità alla loro storia, alla loro religione e alle loro tradizioni che in oltre 150 anni, ha affermato il Presidente Rozzi Marin, non hanno mai dimenticato e anzi hanno mantenuto valorizzato e insegnato alle nuove generazioni.
Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps
Comunicato stampa del 13/11/2024
La missione veneta nel Rio Grande do Sul è iniziata con una giornata all’insegna delle relazioni e degli incontri di collaborazione internazionale.
Ieri mattina l’Assessore alla Cultura dello Stato del Rio Grande do Sul Beatriz Araujo e il suo staff hanno ricevuto la delegazione guidata dall’Assessore alla Cultura della Regione del Veneto Cristiano Corazzari presso la sede del governo del Rio Grande do Sul. La cultura veneta in Brasile e le possibili forme di valorizzazione sono state al centro dell’incontro. Si è parlato di valorizzazione culturale delle comunità venete che sono quasi il 70% della realtà italo brasiliana attuale. Il Rio Grande do Sul si sta preparando a festeggiare il prossimo anno i 150 anni di immigrazione italiana, importante occasione per valorizzare le comunità con iniziative dedicate.
A seguire la delegazione veneta accompagnata dal Consigliere comunale di Bento Goncalves Davi Da Rold ha visitato Palazzo Farrouphilha, la sede dell’Assemblea Legislativa (Consiglio regionale) dello Stato del Rio Grande do Sul, dove è stata accolta dal Presidente Adolfo Brito e dal Presidente della Commissione Rio Grande do Sul/Italia Guilherme Pasin. Il Palazzo pende il nome dalla Guerra dei Farrapos o degli Straccioni o Rivoluzione Farroupilha o Decenio Eroico, una serie di conflitti armati che fra il 1835 e il 1845 interessarono le province brasiliane di Rio Grande do Sul e di Santa Catarina e che opposero da una parte la Repubblica Riograndense e la República Juliana e dall’altra l’Impero del Brasile. Impresa, cultura, turismo e collaborazione nella valorizzazione delle tradizioni venete sono stati i tre principali argomenti trattati nell’emozionante incontro. Il Presidente della Prima Commissione del Consiglio regionale del Veneto Luciano Sandonà ha sottolineato l’interesse della Regione del Veneto nell’approfondire e valorizzare i rapporti tra i due territori: il Veneto e il Rio Grande do Sul, affettuosamente chiamato Ottava Provincia Veneta.
Il terzo e ultimo incontro si è tenuto presso il Consolato Generale d’Italia di Porto Alegre. Il Console Valerio Caruso assieme ai suoi collaboratori ha ricevuto la delegazione sottolineando l’importanza di questa visita istituzionale da parte della Regione del Veneto a pochi mesi dalla grande alluvione di aprile scorso. L’Assessore Corazzari ha ricordato il valore di questa visita per celebrare i 150 anni di immigrazione veneta con una vicinanza della Regione del Veneto. L’Assessore Corazzari ha inoltre espresso grande solidarietà a tutta la comunità riograndense dopo i drammatici eventi che hanno colpito lo stato lo scorso aprile. Il Console Caruso, dopo aver illustrato le attività delle pratiche di cittadinanza, ha auspicato maggiori scambi commerciali e culturali, essendo il Rio Grande do Sul uno stato con un’economia trainante in molti i settori produttivi dell’agroalimentare al metalmeccanico.
Il Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo Aldo Rozzi Marin ha esposto le attività dell’associazione con particolare attenzione a quelle culturali, agli scambi universitari e al turismo delle radici. L’incontro si è concluso con la consegna da parte dell’Assessore Corazzari del gonfalone della Regione del Veneto e del libro San Marco, il leone e l’evangelista di Rozzi Marin.
La giornata è giunta al termine a Piazza Italia con l’emozionante visita al leone di San Marco donato dal consiglio regionale del Veneto, tramite la Camera del Commercio Italiana, nel 2002.
Tutti gli incontri si sono tenuti presso la capitale Porto Alegre, la città più grande dello stato brasiliano del Rio Grande do Sul. La città si trova sulla sponda orientale del Lago Guaíba, dove cinque fiumi convergono per formare la Lagoa dos Patos, una gigantesca laguna d’acqua dolce navigabile. Principale centro artistico e culturale del Brasile meridionale, Porto Alegre è sede di due università e di importanti istituti di ricerca. Già nella prima metà del XIX secolo Porto Alegre aveva iniziato ad essere interessata dall’arrivo di numerosi immigrati, principalmente tedeschi; sarà tuttavia nella seconda metà del secolo che la composizione etnica subirà un radicale cambiamento grazie all’arrivo di migliaia di coloni europei, per lo più veneti e italiani.
Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps
(AVN) – Venezia, 9 novembre 2024
“E’ una visita che era in programma da tempo, bloccata dalla pandemia e dalle emergenze dei mesi successivi, ma finalmente ora possiamo annunciare la partenza di Cuore veneto, la missione in Brasile tra i discendenti dei migranti veneti di Regione del Veneto e Associazione Veneti nel Mondo. Visiteremo Rio Grande do Sul, soprannominata l’Ottava Provincia Veneta, portando la nostra vicinanza alla più grande comunità di migranti veneti all’estero, colpiti dalla grave alluvione lo scorso aprile. Sarà poi l’occasione per incontrare dal vivo le associazioni locali dei Veneti nel Mondo, riconosciute dall’albo regionale, e con le quali negli anni abbiamo realizzato importanti progettualità. Le associazioni dei Veneti nel Mondo sono un Veneto più ampio dello stesso Veneto ma che vive al di fuori del territorio regionale e che ha saputo farsi conoscere per intraprendenza, lealtà, correttezza, e risultati raggiunti nei diversi ambiti professionali. Il nostro obiettivo è quello di valorizzare al meglio il potenziale delle nostre comunità all’estero”.
L’assessore regionale ai Flussi Migratori/Veneti nel Mondo, Cristiano Corazzari, annuncia così la missione “Cuore Veneto” in programma dall’11 al 17 novembre. Della delegazione veneta in partenza fa parte, oltre all’assessore Corazzari, il presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo Aldo Rozzi Marin, promotore dell’iniziativa.
Saranno giornate dense di appuntamenti. Martedì 12 è in calendario l’incontro con l’assessore alla Cultura dello Stato del Rio Grande do Sul Beatriz Araujo organizzato nella sede del governo del Rio Grande do Sul in occasione dei 150 anni di immigrazione veneta e italiana nel Rio Grande do Sul. A seguire ci sarà la visita al Consiglio dello Stato del Rio Grande do Sul: la delegazione sarà ricevuta dal deputato statale Guilherme Rech Pasin, quindi è programmato un incontro con il Console generale d’Italia a Porto Alegre Valerio Caruso.
Tra mercoledì 13 e venerdì 15 saranno numerosi gli incontri istituzionali in agenda: con il sindaco di Caxias do Sul Adilò Didomenico, con il sindaco di Bento Goncalves Diogo Segabinazzi Siqueira e con il deputato Statale Guilherme Rech Pasin. E ancora con i sindaci di di Vila Flores Evandro Antonio Brandalise, di Nova Bassano Ivaldo Dalla Costa, di Marau Iura Kurtz, di Vista Alegre do Prata Roberto Donim, di Serafina Correa Maria Amélia Arroque Gheller e il vice sindaco di Guaporé Leonardo Baldissera.
Non mancheranno le occasioni di incontro con le associazioni venete e con le comunità italiane locali tra cui l’Associazione culturale italo brasiliana di Vila Flores, gemellata con l’Associazione Veneti nel Mondo, l’Associazione dei Discendenti degli Immigranti della Terra di San Marco, il Comitato Veneto del Rio Grande do Sul a Lajeado.
La visita prenderà il via da Porto Alegre, per poi proseguire verso l’entroterra Caxias do Sul, Bento Goncalves, Vila Flores, Nova Bassano, Marau, Vila Historica Evangelista, Guaporé, città che ospiterà dal prossimo anno un leone di San Marco, Serafina Correa, Vale Veneto, Ivorà. Infine sarà la volta di Lajeado, dove avverrà prima l’incontro con i presidenti dei circoli veneti associati al Comitato Veneto del Rio Grande do Sul e a seguire l’inaugurazione del monumento del leone di San Marco frutto del progetto realizzato in partenariato con Associazione Veneti nel Mondo. Le città toccate dalla missione sono tutte di fondazione veneta o italiana.
L’iniziativa prevede, tra le altre attività, la presentazione ufficiale della terza edizione del libro “San Marco, il leone e l’evangelista” realizzato da Aldo Rozzi Marin con il sostegno della Regione del Veneto.
(VENETI NEL MONDO)
Tratto da Article Detail – Regione del Veneto
Comunicato stampa del 11/11/2024
Domenica 10 novembre 2024 il Presidente della Prima Commissione del Consiglio regionale del Veneto Luciano Sandonà e il Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo Aldo Rozzi Marin sono stati ricevuti a Buenos Aires dal Comitato delle Associazioni Venete dell’Argentina (CAVA) e dalla comunità veneta locale.
L’incontro si è tenuto presso il Circolo ricreativo La Trevisana, uno dei più antichi e rinomati circoli della capitale argentina, costituito nel 1943 quando l’emigrazione veneta in loco era ancora numericamente molto importante. Ad accogliere la delegazione veneta erano presenti il Presidente del CAVA Hernan Fumaneri e il Presidente del Circolo La Trevisana Sandro Granzotto, assieme a oltre 300 persone, in un clima di festa e amicizia.
L’incontro conviviale è stato anticipato da una visita, con Alfredo Musitani e Silvia Fusaro del CAVA, al simbolo dei veneti nel mondo: il leone di San Marco di Puerto Madero, uno dei quartieri più eleganti della capitale argentina.
La missione del progetto “Cuore Veneto” si sposterà oggi verso il Rio Grande do Sul, Brasile, affettuosamente chiamato l’Ottava Provincia Veneta, per un ricco programma di incontri istituzionali e con le comunità venete locali.
Per maggiori informazioni:
Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps
Comunicato stampa del 09/11/2024
Il Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo Aldo Rozzi Marin e il Presidente della Prima Commissione della Regione del Veneto Luciano Sandonà sono volati oggi a Santa Fe in Argentina.
La giornata è iniziata con una visita presso l’Universidad Nacional del Litoral (UNL) con la Vice Rettrice Larisa Carrera. All’incontro, dedicato alle possibili collaborazioni in ambito culturale e formativo, erano presenti anche Ivana Quarati del Comitato degli Italiani all’Estero (COMITES) di Rosario, Ximena Garcia della Camera dei Deputati Provinciale, Mariano Gazzola, Consigliere del CGIE, e la segreteria dell’ufficio internazionalizzazione dell’università.
A seguire la delegazione veneta è stata accolta dal Circolo Veneto di Santa Fe per un incontro conviviale. Occasione speciale per la firma di un protocollo d’intesa dedicato al turismo delle radici tra il COMITES, il Circolo Veneto di Santa Fe e l’Associazione Veneti nel Mondo per incentivare forme di turismo alla scoperta delle proprie origini venete e conoscenza diretta della lingua, della cultura e del patrimonio architettonico veneto.
La missione istituzionale in Argentina è parte del progetto “Cuore Veneto” che l’Associazione Veneti nel Mondo realizza in questi giorni in Argentina e Brasile grazie a una iniziativa diretta della Regione del Veneto.
Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps
Email: segreteria@venetinelmondo.org
Associazione Veneti nel Mondo aps propone dall’8 ottobre p.v. la seconda edizione del percorso formativo online “Cultura e radici. Alla scoperta del Veneto” realizzato grazie al contributo della Regione del Veneto (L.R. n. 2/2003).
L’iniziativa, che prevede la realizzazione di cinque incontri formativi in diretta online dedicati ai veneti e oriundi veneti o italiani residenti all’estero, si presenta come un vero e proprio percorso alla scoperta del patrimonio culturale e immateriale veneto: dalla storia dell’emigrazione alla lingua veneta, dal panorama imprenditoriale a quello culturale.
Obiettivo principale di Cultura e radici – afferma il Presidente Aldo Rozzi Marin – è la promozione del turismo delle radici attraverso la conoscenza e la ricostruzione della propria identità. Il successo dello scorso anno con oltre 200 partecipanti da quasi 20 paesi nel mondo è conferma dell’interesse nella riscoperta delle proprie origini. Un segmento turistico di qualità e di grande potenzialità visti i numeri dei discendenti veneti e italiani nel mondo. Collocandosi generalmente al di fuori dei circuiti turistici tradizionali, oltre a far scoprire i luoghi di origine degli antenati, questa forma di turismo favorisce la conoscenza del nostro territorio, delle tradizioni e della cucina locale.
IL PROGRAMMA
Il programma prevede 5 incontri su diverse tematiche coordinati dal Presidente Aldo Rozzi Marin e dalla coordinatrice generale Anna Turcato con il coinvolgimento di professori e professionisti residenti in Veneto o all’estero. Nello specifico:
MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
Gli incontri online sono gratuiti sia per i residenti entro i confini regionali/nazionali che per quanti risiedono all’estero. Per partecipare è necessaria l’iscrizione al link urly.it/31154n. Sarà possibile prendere parte sia ai singoli incontri che al percorso completo, che prevede il rilascio di un attestato di partecipazione.
Per coinvolgere quanti risiedono all’estero sono stati attivati i partenariati con COMVERS – Comitato Veneto del Rio Grande do Sul (Rio Grande do Sul, Brasile), circolo Associazione Veneti nel Mondo di Colombo (Paranà, Brasile), Associazione Italo Veneta di Concordia (Santa Catarina, Brasile), COMITES – Comitato degli Italiani all’Estero di Rosario (Argentina), Associazione Imprenditori Veneti in Cile (Cile), FAV – Federazione delle Associazioni Venete del Victoria (Australia). Il progetto gode inoltre del patrocinio di Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) e CONFIMI Industria Veneto. Le dirette saranno realizzate dalla Biblioteca delle Radici (Veneti nel Mondo).
Per maggiori informazioni: email segreteria@venetinelmondo.org, sito internet www.venetinelmondo.org, pagina Facebook Associazione Veneti nel Mondo.
Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps
Da giovedì 29 agosto 2024 Associazione Veneti nel Mondo aps propone 5 nuovi appuntamenti digitali online dedicati alla rassegna culturale Storia veneta in Villa.
L’edizione digitale si presenta quest’anno come un corso di approfondimento sulle tematiche della storia, dell’economia e dell’architettura della Serenissima Repubblica di Venezia.
GLI APPUNTAMENTI
Gli incontri verranno trasmessi in premiere video sul canale YouTube e sulla pagina Facebook dell’Associazione Veneti nel Mondo aps con il seguente calendario:
Ogni incontro è introdotto da Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps.
Storia veneta in Villa si propone di realizzare un percorso tematico invitando il pubblico a percorrere un viaggio nella storia della Repubblica di Venezia in una prospettiva interdisciplinare che coinvolge studiosi di diversi ambiti con l’obiettivo di far conoscere il patrimonio culturale e il territorio della Regione del Veneto.
Al termine di ogni incontro online viene inoltre proposto un video promozionale esperienziale in alta definizione 4K dedicato alla dimora storica che nel corso del 2023 ha ospitato l’evento in presenza.
L’iniziativa è stata ideata e realizzata da Associazione Veneti nel Mondo aps per valorizzare e promuovere la cultura, l’identità e la storia veneta tra i veneti nel mondo, in Veneto e tra le comunità nel mondo con il sostegno, per l’edizione 2023, della Regione del Veneto e il patrocinio Istituto Regionale Ville Venete, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio (CISA), Associazione Nobiliare Regionale Veneta (ANRV) e Associazione Dimore Storiche Italiane. L’iniziativa ha inoltre ricevuto il riconoscimento del marchio turistico regionale Veneto. The Land of Venice per promuovere oltre alla cultura, alla storia e alla tradizione, anche un’immagine coordinata del prodotto culturale, turistico e di qualità veneto.
Si ringraziano gli enti patrocinanti, le ville ospitanti, i numerosi partecipanti in presenza nel corso delle prime quattro edizioni e quanti dal Veneto e dall’estero seguono gli eventi tramite Facebook e YouTube!
Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps
Ieri domenica 28 luglio 2024 si è tenuta la 14° Giornata dei Veneti nel Mondo in Cansiglio, organizzata in occasione della 31° edizione del Cansiglio Day, dall’Associazione Internazionale Trevisani nel Mondo con il contributo della Regione del Veneto. All’evento ha partecipato anche una delegazione dell’Associazione Veneti nel Mondo aps composta tra gli altri dal Presidente Aldo Rozzi Marin, dalla Consultrice Mara Busato, dalla Coordinatrice generale Anna Turcato e dal Presidente del circolo sardo Alberto Medda Costella.
La giornata è iniziata con il ritrovo al piazzale del rifugio Sant’Osvaldo da dove è partita la sfilata di benvenuto con gonfaloni, autorità e partecipanti, aperta dalla Banda di Cappella Maggiore a cui ha fatto seguito la Messa celebrata da Sua Eccellenza il Vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, i saluti delle autorità, il pranzo conviviale e l’inaugurazione della mostra “Emigrazione della bonifica: Veneti a Latina e ad Arborea”. Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha inoltre consegnato, assieme agli assessori regionali Federico Caner e Cristiano Corazzari, i premi Eccellenze Venete 2024 a Don Arlindo Itacir Battistel (Rio Grande do Sul, Brasile), Guido Campagnolo (Veneto) e Aldo Sergio Sanciro Ghislandi (Santa Catarina, Brasile) per il grande impegno dimostrato nella diffusione della cultura veneta nel mondo.
Il Presidente Zaia ha portato i suoi saluti ai presenti. “La Giornata dei Veneti nel mondo, istituita dalla Regione del Veneto, è un momento di condivisione e di festa, di emozioni e fraterna vicinanza per ricordare i Veneti che hanno vissuto e ancora vivono in ogni parte del mondo, figli della grande epopea dell’emigrazione veneta”. Ricordando brevemente le tappe storiche dell’emigrazione veneta il Presidente ha poi sottolineato come i veneti nel mondo siano molto legati alla loro terra di origine. “In questo territorio, al di là di credere o non credere – ha concluso Zaia – siamo figli del cristianesimo, del cattolicesimo. La bandiera del Veneto, che ha oltre 1100 anni, è l’unica al mondo a riportare la parola pace al suo interno. La pace che mi auguro che si possa raggiungere nel mondo”.
I partecipanti all’evento si sono poi spostati alla tensostruttura predisposta per il pranzo conviviale e all’Hangar di Veneto Agricoltura dove è stata inaugurata, alla presenza tra gli altri degli Assessori regionali Corazzari e Caner, la mostra “Emigrazione della bonifica: Veneti a Latina e ad Arborea” realizzata con il contributo della Regione del Veneto dall’Associazione Internazionale Trevisani nel Mondo con il patrocinio e la collaborazione delle aps Associazione Bellunesi nel Mondo e Associazione Veneti nel Mondo.
Il Presidente della Trevisani nel Mondo, Franco Conte, ha introdotto brevemente la mostra che vuole essere rappresentativa di una visione che “ricorda il passato, guardando il futuro”. “Uno sguardo verso il futuro e l’innovazione, con l’auspicio – ha sottolineato il presidente della Veneti nel Mondo Aldo Rozzi Marin – di sviluppare una maggiore sinergia tra le Associazioni, come dimostra la mostra che si inaugura oggi, con la disponibilità a collaborare con le istituzioni regionali. Dobbiamo fare in modo che il mondo dei veneti all’estero sia un’opportunità per la nostra Regione, uno strumento di valorizzazione della nostra storia, della nostra cultura e della nostra lingua”.
“Arborea oggi è un’isola nell’isola – ha commentato il presidente del circolo Veneti nel Mondo Sardegna Alberto Medda Costella – non abbiamo soltanto conservato le tradizioni, la cultura e la lingua, ma siamo diventati anche un modello per la produzione casearia e agricola in generale”.
I testi della mostra sono tratti dalla pubblicazione “Destinazione Arborea. Storie de migrasion, fameje e fadighe dei veneti de Sardegna”, edita da Associazione Veneti nel Mondo aps, che può essere richiesta a segreteria@venetinelmondo.org.
Un libro, uno dei primi, interamente dedicato alle donne che dal ‘46 in poi sono state al fianco (madri, mogli, vedove, figlie) dei nostri minatori in Belgio che comportò la morte di circa 1500 uomini in incidenti e circa 40.000 negli ospedali per la silicosi dal ’46 al ‘63.
Donne eroiche che hanno sofferto, pianto, ma anche sorriso e lottato per integrarsi ma mai ringraziate da nessuna istituzione italiana. Per i loro sacrifici e la loro dignità e coraggio non esiste nessun monumento, nessun riconoscimento. Questo volume totalmente scritto per loro è diviso in tre parti: la prima dedicata dal fenomeno della “discriminazione di genere” di cui la donna è stata vittima da sempre, la seconda dove si analizzano tutti i problemi incontrati con l’emigrazione (vita nelle baracche, solitudini, nuova cucina, pulizie diverse, lingua da imparare, cultura diversa, terrore per la pericolosità del lavoro degli uomini, la vedovanza per molte ecc.). La terza parte infine è formata dalle interviste in Vallonia e nel Limburgo (e in Italia) a famiglie che ricordano le vite delle loro madri o nonne. Tra le tante anche l’intervista a Rocco Granata il cantautore italo belga che ha scritto e cantato la canzone “Marina” una delle canzoni italiane più vendute al mondo. Evidenziate le differenze di vita degli italiani in Vallonia e nelle Fiandre.
Scritto in modo molto semplice a adatto a tutti.
Introduzione
La storia si fa con i documenti, ma le storie si raccontano con le emozioni.
Walter Basso – che storico non è, ma che la storia dei minatori italiani in Belgio la conosce come pochi – ha provato a mescolare entrambi gli ingredienti, scientificità e sentimento, in questo che è il quarto volume di quella “epopea della povera gente” alla cui stesura si dedica da quasi tre lustri.
Non manca l’approccio scientifico nel libro: ne sono prova gli archivi visitati, i trattati, le statistiche, le norme, gli articoli di giornale, i resoconti fedelmente citati, ma tutto ciò è vivificato e reso emozionante dai ricordi personali dell’autore, figlio di un minatore morto di silicosi, nipote di un minatore morto nel crollo di un fond, ma anche figlio di una madre che quel destino di fatica e dolore l’ha vissuto in prima persona con un misto di coraggio e rassegnazione.
Non meno coinvolgenti sono le molte preziose testimonianze raccolte dalla viva voce di chi quell’epopea l’ha vissuta di persona: sono racconti che disegnano lo spaccato di un’umanità povera di tutto tranne che di una dignità profonda e di uno smisurato senso del sacrificio e della famiglia.
Una generazione di italiani ha dovuto emigrare per combattere una guerra, quella del carbone, dopo aver subito una guerra mondiale disastrosa che aveva lasciato il Paese nella miseria più nera.
L’autore dà voce ai ricordi di quella generazione sfortunata e coraggiosa. Ciò che cambia rispetto ai tre volumi precedenti è il punto di vista. Gli sguardi, i ricordi, i sospiri, le lacrime non sono quelle dei “musi neri”: a parlare sono i familiari dei minatori, ovvero chi quella partita l’ha giocata in panchina, soffrendo, se possibile, ancor più di quanti scendevano nella mina; e tra tutte le angosce quelle delle donne (madri, figlie, spose, fidanzate che fossero) sono quelle che gridano più forte attraverso queste pagine. A loro è dedicato il libro, a eroine che non hanno esitato a sacrificare la propria vita e i loro sogni di giovinezza per restare vicine ai loro uomini e per costruire, da zero, una nuova vita a migliaia di chilometri da casa.
Stratificazioni di ricordi vengono riportate alla luce, pagina dopo pagina, grazie al prezioso lavoro di ricerca, ma soprattutto grazie a testimonianze il cui valore risiede principalmente nella autenticità delle emozioni che esprimono e nella semplicità che ne amplifica l’autenticità. Sono testimonianze universali perché in esse leggiamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, a volte contrastanti, così come sono contrastanti, a volte addirittura antitetici, i ricordi di quella terra, il Belgio: per alcuni un’insensibile matrigna, per altri – ed è anche il punto di vista di alcune delle donne intervistate – un’affettuosa madre adottiva.
È interessante notare come, lungo tutte le tre parti in cui è suddivisa la pubblicazione, l’attenzione, il “focus” dell’autore si concentri sulle donne ed il punto di vista sia, ugualmente, quello delle donne.
Assistiamo così al lungo e non ancora completato processo di emancipazione, alle piccole grandi battaglie per ottenere diritti negati, alle traversie nel viaggio verso il Belgio, all’impatto con una realtà ben diversa da quella dipinta dal Manifesto Rosa, alla difficile ambientazione in una società completamente nuova, ai problemi con la lingua, la cultura, la scuola, le istituzioni.
È un lungo, faticoso processo di adattamento quello che le donne dei minatori si trovano ad affrontare nella loro odissea senza ritorno, ed è straordinario come lo affrontino da protagoniste, prendendosi in carico la gestione della famiglia in tutti gli aspetti: educativo, economico, perfino sentimentale.
Le protagoniste di questo libro sono madri e mogli che troppo spesso divengono anche infermiere e vedove. Donne sospinte nell’abisso del dolore irrimediabile delle morti nella mina o in quello ugualmente irrimediabile, ma continuamente differito nel tempo, della cura dei congiunti silicotici.
Non manca, infine, un’analisi sugli stili di vita delle donne italiane e di quelle belghe: senz’altro differenti, ma accomunate da un comune destino di “sorellanza” che negli anni si consolida e diviene la cifra più evidente dell’integrazione delle nostre connazionali.
Carlo Toniato
Ottavia Negri Velo nacque il 24 febbraio 1766 da Marco Egidio Negri e Laura Montanari, famiglie fra le più prestigiose della nobiltà vicentina, sposò il conte Gerolamo Giuseppe di Velo, ebbe due figli, Isabella e Girolamo Egidio, celebre viaggiatore; scrisse una cronaca vicentina dal 1796 al marzo 1814 in due volumi; morì nell’aprile del 1814.
Ermenegildo Reato, storico autorevole, ha scritto del suo diario:
“Quei due volumi costituiscono un esemplare modello di memorialistica dell’età napoleonica. L’autrice vi riflette una finissima cultura, uno stile incisivo ed efficace, fatto di frasi brevi, di apostrofi forti, anche se talora appesantite da espressioni desuete o da allusioni poco trasparenti. La dovizia di informazioni, attinte da esponenti della Municipalità o da ufficiali dell’Armata francese o da gazzette italiane o straniere, difficilmente si potrebbero reperire in altri diari dell’epoca” (1)
Il diario di Ottavia Negri fu pubblicato dall’Accademia Olimpica di Vicenza nel 1999 nel volume a più mani “L’aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento (1797-1814); la trascrizione fu curata da Mirto Sardo.
Ecco come inizia il primo volume:
“Il dettaglio degli avvenimenti del 1796, saranno sempre memorabili all’infelice Italia, come pure li mali sofferti, nello Stato Veneto e la total distruzione di una Repubblica, che fu per 14 secoli, un singolar modello dell’industria e del talento degli uomini. Io riassumerò nel suo principio la storia, per sempre più confermarmene la memoria; e non avendo cominciato un esatto giornale, non potrò descrivere in sostanza, che le cose più rimarcabili, come un quadro da osservarsi, piuttosto ché una storia da leggersi” (2)
L’autrice descrive le fasi della conquista francese della Lombardia Veneta e della eroica città di Verona che tentò di resistere agli invasori napoleonici, concludendo con “I Francesi s’impadronirono di tutta la terraferma, la rivoluzionarono, la dilaniarono, e dichiararono guerra a Venezia, ciò si eseguì nel giorno 25 aprile 1797 dal quale io ho cominciato a scrivere questo Giornale” (3)
Ottavietta, come veniva chiamata fin dalla più tenera età l’autrice, dimostra fin da subito di avere le idee chiare: descrive la Serenissima come “una Repubblica che fu per 14 secoli un singolar modello dell’industria e del talento degli uomini” e descrive giustamente i francesi come una masnada che “dilaniarono” la nostra Terra veneta …
25 aprile 1797
“Già si diceva ieri in Verona l’armistizio, e si credeva una composizione, attesa la voce della pace, sentita li 23 del corrente e si faceva una strepitosa processione a San Marco, quando questa mattina arrivarono fugitivi da Verona il provveditor Giovanelli col comico general veneto Stratico, indi il provveditor Erizzo col rappresentante Contarini; dicendo che tutto era perduto, e che i Francesi prendevano il possesso di Verona, essi fuggirono subito come il lampo per Padova.”
27 aprile
“In mezzo ai sforzati chiassi suscitati dal partito democratico si ha abbattuti tutti i San Marchi, e si hanno poste le coccarde nazionali.”
Primo maggio
“Di Venezia nulla si sa. Vi si calcolano molti partiti e molto terrore.
Leon piagato a morte
Vede la sua ferita
Sente mancar la vita
E fa pregadi ancor.”
Questo è un libero adattamento dell’autrice di un celebre pezzo teatrale con il quale si denuncia l’immobilismo di Venezia; i pregadi (o pregai) erano i nobili veneziani che componevano il Senato.
6 maggio
“Si allestisce per domani l’innalzamento del famoso albero della libertà. Si ha sfaccendato da Pietro Bissari a piantarne uno sull’Isola dicendo, che il popolo lo voleva, ma il popolo fu sordo ad andarvi e vi volle la banda per richiamarvi un pugno di gente.”
Ma non ci avevano sempre detto, e continuano a dircelo, che il popolo accorreva numerosissimo ???
7 maggio
“Le requisizioni per approvigionar l’armata sono continue, e immense, niente basta a saziar la violenza e l’ingordigia.”
Violenza e ingordigia da parte dei liberatori francesi? A me sembra impossibile, chissà cosa diranno gli illuminati giacobini contemporanei, quelli che continuano a “controllare” il mondo delle università e della cultura …
9 maggio
“Tutti i Monti ex veneti sono sigillati, ma il nostro è in maggior pericolo, perché più ricco”
Traduzione: tutti i Monti di Pietà veneti fanno gola ai liberatori francesi, in particolare quello vicentino che è il più ricco di tutti e che verrà puntualmente rapinato sempre in ossequio alla”liberté, egalité, fraternité” naturalmente …
“Si prenderà in nota tutte le argenterie de privati e già si è prese quelle delle chiese e felicemente divorate, in tutti i sensi. Le requisizioni e le spese sono immense e mal amministrate, e non v’è un soldo in cassa.” (4)
13 maggio
“Oggi per espresso, si ha avuto la notizia, che i Veneziani si sono democratizzati, e che domani pianteranno il grand’albero di libertà, han dato 2 ducati d’argento a tutti i Schiavoni, rimandandoli ai loro focolari, nulla si sa di più”.
15 maggio
“Si dice, che si vada amoreggiando dai Francesi tutta l’argenteria delle chiese, già presa dalla Municipalità per pretesto al bisogno, ma in fondo a sacchi senza ricevuta sennon con tal calcolo.”
20 maggio
“Gran passaggio, e permanenza di truppe. Gran requisizioni. Vien insistito sul argenteria delle chiese”
21 maggio
“L’argenteria delle chiese è poi partita per Milano”
E chissà se si è fermata a Milano o i carri hanno proseguito per la Francia? Sempre con la Marsigliese come colonna sonora, naturalmente …
26 maggio
“Continuano le argenterie delle chiese a passare a Milano avendo dato ordine Bonaparte di aver anche il resto, non lasciando alle chiese che un calice per ogni due altari. L’argenteria fusa già a beneficio di alcuni municipalisti, egli la lascia in compenso al povero Monte di Pietà.”
27 maggio
“un barcaiolo Veneziano vedendo sui cantoni i Manifesti con il leone che in cambio di portare il Pax tibi Marce etc. Dice I doveri dell’uomo e del cittadino, esclamò de Diana, dopo tanti anni San Marco si ha pensà de voltar carta?”
29 maggio
“I Francesi dicono, che dopo le requisizioni richieste nel riparto, sarà terminato tutto e che saranno certamente le ultime, ciò potrebbe darsi se la pace fosse sicura.
Secondo i calcoli fatti, le ruberie sul Monte di Pietà, ascendono a 193 mille lire, non computando la confusione delle partite sui libri, dove hanno fatto lo scosso anche con delle date posteriori”
A proposito della rapina napoleonica al Monte di Pietà di Vicenza, “Secondo i cronisti dell’epoca il danno per il Monte sarebbe stato di gran lunga superiore al milione di lire venete.”, così Antonio Ranzolin in “Il Monte di Pietà di Vicenza tra Seicento e Settecento. Aspetti istituzionali e congiunture” pubblicato nel volume “Il Monte di Pietà di Vicenza 1486-1986”, Vicenza 1986 pag. 93.
30 maggio
“Ieri successe lo spoglio dell’argenteria della Madonna di Monte dai Francesi. Li padri di Monte l’esposero tutta sull’altare di essa e questi rapacemente la presero.”
31 maggio
“Si vede continuamente delle casse di argenterie portate via piangendo dai comuni e dai parochi, che devono partire alla volta di Milano”
Primo giugno 1797
“Sono tre giorni che si fucila in Campo Marzo, li tre Gabardiani”. (5)
Si fucila cantando la Marsigliese e scandendo “liberté, fraternité, egalité” naturalmente …
9 giugno
“Scoppiano delle inquietudini nei Sette Comuni per le armi e per le argenterie, e più di tutto per non accettar il presente stato di cose, e minacciano di dedicarsi all’imperatore, o di voler essere un dipartimento totalmente indipendente, e di venir un giorno ad abbruciar tutti i Giacobini.”
20 giugno
“I Sette Comuni non vogliono sentire la rivoluzione, portano la coccarda veneta e in proposito di argenterie e di armi, dicono che chi le vuole, se le vada a prendere, ch’essi le difenderanno.”
15 luglio
“Li Sette Comuni continuano ad usare decisamente le insegne di San Marco, e vien detto che San Marco è passato dal mare alla montagna”
21 luglio
“Sono partiti altri 1200 uomini con 3 cannoni verso i Sette Comuni per il fermento di Lusiana, che è disgraziatamente in piena insurrezione.”
22 luglio
“Thiene e le montagne son tutti all’ubbidienza e arrivano le loro armi e i pochi villici arrestati”
25 luglio
“Le nuove di Lusiana sono che i Francesi vi sono entrati pacificamente ad onta di qualche resistenza, et non hanno danneggiato gran fatto quell’infelice paese.”
26 luglio
“Sono partiti per Thiene 2000 Francesi con un generale per stazionarvi sin che i Sette Comuni portano le loro argenterie, armi, come sono convenuti. Questo è quanto si sa.”
3 agosto
Immense sono le requisizioni francesi; 7 in 8 mille uomini vaganti per le nostre contrade, spesati di tutto, vestiti.”
4 agosto
“Vi è stata un gran caccia sulla risara delle monache di San Pietro col generale Joubert, promossa dai Bissari, che declamano il rispetto ai diritti dell’uomo ed alle proprietà”
I Bissari erano, naturalmente, fra i giacobini più in vista della città …
21 agosto
“Vien riflesso assai l’odio gratuito della terraferma con Venezia, aizzato e lodato dai Francesi per trarne vantaggio. “
Nel 1797 erano i Francesi che istigavano l’odio della terraferma verso Venezia (e viceversa), adesso sono i loro cuginetti italiani …
E ancora “(Il soggetto è Venezia) O doveva essa sparir dalla superficie della terra, come si lusingavano tutti gl’Italiani, invidiosi almeno della sua irrefrenabile gloria passata, o doveva, com’è ragionevole, sussistere una capitale imponente con 120 mila abitanti con un arsenale dei più considerabili e dei porti di mare, che l’unione complettata alla terraferma non avrebbe forse dato luogo a dei momentanei cambiamenti. Ecco anche in questo un saggio della nostra perfetta imbecillità ed egoismo. Questa seduzione francese divide et impera può dar ad essi delle ragioni, onde disponere della terraferma come tante pecore a loro piacere”
Molto interessante, gli italiani che si lusingavano della sparizione di Venezia e i francesi che giocano a “divide et impera” sulla pelle dei veneti proprio come i loro cuginetti italiani due secoli dopo …
31 agosto
“Continuano i Francesi instigati dai nostri democratici cacciatori a danneggiar le risare, sicché si dice che siamo persin ridotti a pianger sui risi”
4 settembre
“… Bonaparte volle tutta l’argenteria delle chiese di tutta la nostra provincia. La prima Municipalità l’aveva ricevuta a sacchi senza incontri,fusa una porzione e nascosta una buona dose già per il bene pubblico come il solito. Bonaparte che sapeva come vanno tali facende la richiese tutta per intero, per fare in grande, il suo solito mestiere, allora la Municipalità si scosse, fece valere le sue ragioni, ma non valsero e convenne supplire a tale defraudo.”
17 ottobre 1797
“Fra l’imbecillità, la birbanteria, il deciso ladroneccio si vive come si può viver.
… Un giorno si crede fatta la pace, un giorno si dubita, poi si ritorna a sperare. Oh che vita rivoluzionata in tutti i sensi!”
13 dicembre
“Si dice che a Venezia i Francesi volessero prender i 4 cavalli di bronzo, i due pedestalli dei stendardi, le porte di bronzo della chiesa di San Marco e la vera del pozzo, che ciò abbia eccitato del fermento, e che ha convenuto per questo poner la truppa sull’armi. In tal serie di dilapidazioni nulla può più sorprendere.”
15 dicembre
“I cavalli di bronzo misti in oro, che stavano sulla chiesa di San Marco, furono levati dai francesi, e disposto tutto per imbarcarli.”
24 dicembre
“I Francesi intanto rubano più che possono. S’è abbrucciata per la loro incuria una superba Barchessa dei Fracanzani a Orgiano.”
25 dicembre
“Bonaparte poi ci promise una terza parte delle argenterie delle chiese (di cui però i ladri amministratori si prevalsero) poi non se ne parlò, affare indegno di un generale d’una immensa nazione. Indi promise anche in iscritto di indennizzarci dell’orribile truffamento del Sacro Monte di Pietà, poi non ne fece più nemmen parola; e su di tali fondamenti questi perfidi continuano a dar ad intendere ch’essi sperano il ben pubblico. Oh iniqui, e anche sciocchi!”
31 dicembre 1797
“L’anno 1797 non sarà dimenticabile dall’ex Stato Veneto in perpetuo, la sua onerosa e vilipesa neutralità, la sua occupazione ordita in stil moderno; la democrazia introdotta per saziar la fame, e la cessione incredibile per sopire o restituire colla pace la calma al continente dell’Europa, sono degli argomenti indelebili per lo storico, e per il galantuomo.” (6)
5 gennaio 1798
“Alli tre alberi di libertà che sono in città viene fatta la guardia dai Francesi a scanso di disordini, per il territorio sono atterrati e bruciati”
9 gennaio
“I Francesi han minacciato che al loro partire vogliono abbrucciar il convento dei Cappuccini: quei religiosi vi vegliano tutte le notti per ovviare una tal prova di riconoscenza dai loro ospiti.”
13 gennaio
“Questa notte la truppa francese con solennità militare, e silenzio, ha atterrato l’albero della libertà nella nostra piazza. Oggi tutti levano le coccarde , e così termina la trista comedia: per verità questi alberi formavano un libero bosco di ladri e di birbanti.”
19 gennaio
“Questa mattina, avanti lo spuntar del giorno li tamburi, e le trombe assordarono, e le truppe francesi se ne partirono. L’esultanza generale fu l’encomio della loro condotta. Tutte le botteghe rimasero chiuse per festeggiar la giornata.”
21 gennaio
“Si dice che nei Sette Comuni non si rissenti gran giubilo del peranche nuovo cambiamento, e che San Marco, e i loro privilegi loro stieno più a cuore di tutto.”
22 gennaio
“In vari luoghi particolarmente a Castelgomberto convenne spedir dei picchetti di soldati per tener tranquillo il popolo che si è suscitato contro i suoi municipalisti, e Giacobini”
29 marzo 1798
Ottavia Negri Velo ogni tanto si abbandona al ricordo del bel tempo che fu e che non ritornerà più:
“Oh Dio quanti spettacoli immensi si presentano al più pacifico e felice popolo del mondo ch’era quello del nostro Stato Veneto”.
Il diario continua fino al 1814 e ci sono dei passaggi struggenti, come questo:
30 aprile 1802
“Ho veduta Venezia in una decadenza deplorabile, la miseria il malcontento sembrano all’apice, e più quasi non si spera risorsa … Venezia sembra un vero paese flagellato da Dio; la sua singolarità, la pompa dei suoi edifizi, la grandezza delle idee generali, e vederla oppressa, negletta piena di militari che non combinano col suo locale, governata da chi non sa o vuole o può assisterla, in una lingua e in un metodo del tutto nuovi, pare propriamente un gastigo di nuovo genere” (7)
28 marzo 1803
“Se un tal cangiamento si fosse fatto nel 1798 forse sarebbe stato meglio trangugiato, ma ora eccita una tal comozione il vero rovesciamento dell’antico sistema, che senza perdersi in odiosi confronti, non si può a meno di dar delle lagrime alla memoria d’un governo il più dolce, il più umano, il più felice, il più grandioso, il più libero nel suo vero significato il quale ha felicitato, e ingrandito e l’esterno, e l’interno dei cuori, e dei paesi, e che non si può bramar altro esempio ai sovrani quanto la Repubblica Veneta, e San Marco”.
14 marzo 1804
“Ritornata da Venezia io non saprei descrivere il mosaico di quel paese. Tutto denota distruzione avvilimento. L’averla conosciuta prima essa è ridotta irriconoscibile.”
Otre ai due volumi del suo diario, Ottavia Negri Velo ci lasciò un epistolario che contiene le lettere che quasi giornalmente scriveva alla madre, contessa Laura Montanari che viveva a Isola (8). Ecco alcuni passaggi:
“Un ufficiale francese di molto garbo si è sorpreso assai del sommo coraggio dei Vicentini, dicendo che Vicenza pare una città di Francia soggiunge poi: li Veronesi non ci amano, ma ci temono; li Vicentini non so se ci amano, ma è certo che non ci temono. Una contadina l’altro giorno incontrando quattro Francesi, disse loro Baroni andate al vostro paese, alla quale franchezza risero molto”.
In un’altra lettera, datata 30 maggio 1797, denuncia la sistematica rapina delle nostre chiese portata avanti dai “liberatori” francesi:
“Lo spoglio della Madonna di Monte (Berico) ha fatto un gran sensazione nei cittadini e nell’ex plebe. Jeri si hanno portato via ogni cosa. A Arzignano Domenica si ha piantato l’albero della Libertà, ma ad onta un fervido discorso di un ardente democratico, ad onta di aver gettato e pane e soldo e distribuito del vino, sembrò nel popolo un spettacolo più lugubre che altro. Vi furono invitati dei Francesi a tal solennità e questi si scossero altamente, e ne indagarono le ragioni, al che un uomo di proposito loro disse: -Sappiate che il popolo è così dolente per lo spoglio delle argenterie delle sue Chiese, che questo lo fa esser mesto e non suscettibile a simili spettacoli.-”
In una lettera alla madre insiste sull’uso ridondante di “fratellanza” e “eguaglianza” da parte dei cantori della Marsigliese: “Le truppe si servono fraternalmente di tutto quel che trovano, seconda al loro solito, e lasciano possibilmente in una miserabile eguaglianza”.
Un’ultima curiosità sul diario viene sottolineata da Ermenegildo Reato:
“Una particolare animosità essa riserva a quei nobili vicentini, come i Bissari, che militarono tra le fila dei democratici, spinti, sembra, più dall’ambizione di emergere cavalcando gli ideali della rivoluzione che da fede profonda nei suoi ideali o come Brunoro Muzan, il “Robespierre vicentino”.” (10)
Brunoro Muzan (o Muzani) fu presidente della Municipalità.
Per Ottavia questi nobili erano dei veri e propri traditori delle loro città e della loro storia.
Ettore Beggiato
Note
1) Reato E., Cronisti vicentini nell’età napoleonica (1796-1814) in Ricerche di storia sociale e religiosa, Vicenza, n. 40, 1991
2) Sardo M., Il Giornale di Ottavia Negri Velo, in L’aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento (1797-1814), Vicenza 1999, pag. 93
3) Idibem pag. 99
4) Idibem pag. 103
5) Idibem pag. 112
6) Idibem pag. 228
7) Idibem pag. 399
8) Chemello A., Il gran caos inesplicabile, in L’aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento (1797-1814), Vicenza 1999, pag. 35
9) Idibem pag. 55
10)Reato E., op. cit., pag 176
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Associazione Veneti nel Mondo aps è vicina ai fratelli veneti e oriundi veneti del Rio Grande do Sul.
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Di fronte a questa calamità affrontata dalla popolazione, la Regione del Veneto ha attivato un canale di donazione ufficiale. Le risorse raccolte saranno interamente utilizzate per il sostegno umanitario alle vittime delle alluvioni e per la ricostruzione delle infrastrutture delle città.
Anche un piccolo aiuto può fare la differenza!
Comunicato stampa 747 Regione del Veneto
PRESIDENTE REGIONE, “VENETO PIANGE PER RIO GRANDE DO SUL. UNA RACCOLTA FONDI PER SOSTENERE LA TERRA DEI NOSTRI MIGRANTI”. IBAN: IT 35 A 02008 02017 000107108523
“La catastrofe naturale che ha colpito Rio Grande do Sul ha toccato profondamente i nostri cuori: ad oggi i decessi sono quasi un centinaio, altrettanti i dispersi e i feriti, un migliaio le richieste di soccorso e gli sfollati hanno superato le centinaia di migliaia. La situazione è veramente drammatica e le immagini che tutti noi abbiamo visto raccontano di una terra colpita tragicamente. Per esprimere la vicinanza e dare un sostegno concreto alla comunità sudamericana, abbiamo aperto un conto corrente di solidarietà i cui proventi verranno destinati a coloro che hanno perso tutto e sono stati colpiti dalla devastazione di questi giorni”.
Così il Presidente della Regione del Veneto annuncia l’attivazione di un conto corrente dedicato per raccogliere fondi da destinare ai residenti nello Stato di Rio Grande do Sul (Brasile) attraverso le istituzioni e le associazioni locali, denominato “REGIONE DEL VENETO SOSTEGNO EMERGENZA ALLUVIONE RIO GRANDE DO SUL con IBAN: IT 35 A 02008 02017 000107108523”.
“Il Veneto è legato oltremodo a questa terra, nella quale risiede una nutrita e radicata comunità di discendenti di migranti veneti, in particolare provenienti dalle province di Belluno, Vicenza, Treviso e Verona e con la quale abbiamo stretto, da almeno un ventennio, anche relazioni economiche internazionali – prosegue il Governatore -. Il sentimento che ci unisce è forte e sapere che intere famiglie sono ora senza viveri, acqua potabile ed elettricità dal 27 aprile ha innescato la catena della solidarietà. Questo primo intervento, oltre a ridurre simbolicamente le distanze, intende dimostrare concretamente l’affetto che proviamo nei confronti di tutti e dei veneti che risiedono ormai da anni nello stato del sud America”.
“Pax tibi, Marce, evangelista meus”. Questa la frase che si legge nel vangelo aperto tenuto dal leone alato, simbolo di San Marco, patrono di Venezia e del popolo veneto. Ed è a San Marco Evangelista che in Veneto e tra le comunità venete nel mondo è dedicata la giornata del 25 aprile 2024…dalla Festa di San Marco in Australia a quelle in Brasile, dal pranzo di San Marco in Argentina, alla Festa di San Marco di Arborea, in Sardegna, fino a Santiago del Cile.
E proprio a Santiago il programma prevede anche la proiezione del film Brava Zente. Storie della terra veneta del regista Giancarlo Cappellaro, residente a Camisano Vicentino (sede dell’Associazione Veneti nel Mondo aps). La proiezione si terrà alle ore 18:00 presso il Cielo Milano Caffé, Alonso de Cordova 3834, Vitacura.
L’amico Giancarlo ha dato la sua anima per la realizzazione di questo film e si vede dal risultato raggiunto grazie a tanti volontari, circa cento, che hanno ricoperto i ruoli di attori principali, attori secondari, tecnici, nonché di aiutanti, trovarobe e costumisti.
Il film, che ha il patrocinio della Regione del Veneto, della Provincia di Vicenza e del Comune di Camisano Vicentino, è ambientato negli anni Cinquanta del secolo scorso con scorci di vita nei borghi del Basso Vicentino e in particolare a Longare, Costozza, Lumignano, Castegnero, Nanto, Mossano, oltre a Camisano Vicentino, Torri di Quartesolo, Arcugnano e la stessa Vicenza, permetterà ai discendenti veneti di rivivere emozioni, tradizioni e ricordi della propria terra di origine.
Invio il mio saluto agli organizzatori nonché amici dell’Associazione Veneta di Santiago, con il suo presidente Jorge Andrighetti, e dell’Associazione Imprenditori Veneti in Cile, con il suo presidente Italo Cantele. Grazie a quanti hanno collaborato alla realizzazione dell’evento, in particolare Mario Favero, e quanti saranno presenti.
W San Marco!!
Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps